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venerdì 23 giugno 2017

Mercurio Loi

Durante il BeComics è stato dato molto spazio alla presentazione di una nuova serie Bonelli che sarebbe uscita a breve. 
Si tratta del Mercurio Loi creato da Alessandro Bilotta, sceneggiatore già da diversi anni nella scuderia dell'editore milanese e autore negli scorsi anni per diverse serie di successo oltre che vincitore di diversi premi molto importanti, tra i quali il Micheluzzi
Impossibile quando si parla di lui non citare Valter Buio, ma anche la saga de "Il Pianeta dei morti" di Dylan Dog, e le sceneggiature per...alcune puntate delle Winx!.

Un autore a tutto tondo dunque, molto professionale e in grado di creare mondi e atmosfere molto diversi e distanti tra loro. 
Alle conferenze dedicate a Mercurio erano presenti anche due dei disegnatori, Andrea Borgioli e Massimiliano Bergamo, che hanno parlato dello sviluppo della serie e ci hanno allietati con diverse curiosità riguardo la nascita della serie e il loro rapporto con il personaggio.
Dopo quella conferenza, la pagina social dedicata a questo nuovo personaggio è stata molto attiva mandando segnali, ulteriori anteprime e (cosa che a noi stuzzica sempre molto) diverse tavole sia provvisorie che "ultimate". 
Finalmente, il mese scorso in edicola è arrivato il numero uno. In realtà Mercurio Loi era già arrivato nelle edicole qualche anno fa, come One Shot della serie "Le Storie". Evidentemente come raccontato nei vari eventi è andato bene, è piaciuto e si è ritagliato una serie tutta sua. 
Una serie che esula abbastanza dai canoni bonalliani di fumetto d'avventura. Negli ultimi anni effettivamente si è provato ad evolvere il concetto di "fumetto popolare", con le prime "mini serie" lavorate sulla falsa riga delle serie tv, poi con la "multicanalità" di Orfani e ora con questa serie ambientata nella Roma del 1826. 
Mercurio Loi non è Zagor. E nemmeno Martin Mystere. Non che non sia "atletico", ma lo sviluppo delle parti di narrazione caratterizzate più dall'azione sono secondarie. Ovviamente i rimandi a Sherlock Holmes ci stanno un po' tutti, pure quelli della figura dell'investigatore interpretato sul grande schermo da Robert Downey Jr, secondo me. In quanto più "movimentato" nel nostro immaginario rispetto alla figura magistralmente descritta da Sir Artur Conan Doyle nei suoi romanzi e più inserito nel nostro concetto di "investigatore moderno". Nel primo numero della serie vengono introdotti alcuni dei personaggi che accompagneranno il protagonista. Impossibile non essere incuriositi da subito dalla figura del suo antagonista/nemesi Tarcisio. E anche il suo "aiutante" con i suoi segreti non è di sicuro figura interpretabile in un solo numero della serie.
Ieri è uscito il numero due "La legge del Contrappasso". Devo ancora leggerlo, il primo numero mi è piaciuto molto ma prima di dare un voto voglio capire bene come si sviluppa la trama. Dopotutto non si tratta di una "mini serie" a scadenza ma di una running vera e propria, dunque mi prendo tre o quattro numeri prima di farmi una prima opinione strutturata.
Per adesso un plauso sicuro alle copertine, del sempre ottimo Manuele Fior

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